L'Abbazia, il Santo e l'Eremo
ABBAZIA
La cappella di Montesiepi e l’Abbazia di San Galgano costituiscono uno dei più straordinari e suggestivi complessi religiosi monumentali del territorio senese.
Furono infatti i monaci cistercensi (ordine fondato nel 1098 a Citeaux, in Francia, località da cui prende il nome) a costruire a valle dell’Eremo di Galgano, la chiesa, in stile gotico cistercense e il monastero.
I cistercensi erano monaci colonizzatori ed esperti costruttori e, solitamente, impiantavano i loro insediamenti in luoghi isolati, anche se contraddistinti dalla presenza di importanti vie di comunicazione. L’Abbazia infatti venne edificata nel fondovalle paludoso, appositamente bonificato, in una posizione non distante dalla via Maremmana, un importante arteria che collegava Siena e Massa Marittima e alla costa tirrenica.
Il cantiere dei lavori per la costruzione dell’Abbazia durò dal 1218 al 1288: a partire dal terzo decennio del Trecento, tuttavia, la crisi generale e l’isolamento segnarono le sorti dell’Abbazia: le carestie e poi la peste del 1348, colpirono pesantemente la comunità. I cistercensi di San Galgano avevano ormai da tempo stabilito rapporti sempre più stringenti con Siena, presso la quale andarono, progressivamente e nel XV secolo definitivamente, trasferendosi.
A causa dell’incuria e dell’abbandono iniziò il deperimento del complesso abbaziale: il 22 gennaio del 1786, il campanile, già lesionato, crollò sul tetto del braccio meridionale del transetto, danneggiando pesantemente le strutture sottostanti. La chiesa fu sconsacrata nel 1789.
L’Abbazia è oggetto di un vasto programma di indagini e di restauri, che condurrà alla progressiva apertura al pubblico di tutti gli ambienti finora esclusi dalle visite. Attualmente sono visibili lo scriptorium, o sala da lavoro dei monaci, la sala capitolare, i resti del chiostro e l’interno della chiesa.
GALGANO DA CHIUSDINO
Galgano nasce intorno al 1148 a Chiusdino da una famiglia di piccola nobiltà locale e viene descritto dalle fonti come un giovane dissoluto e dedito a una vita di soprusi, impegnato in armi come cavaliere seguendo le orme del padre Guidotto. Dopo la precoce morte di quest’ultimo, la vita del giovane, viene contrassegnata da sogni e da visioni: il giovane Galgano matura una profonda conversione e la volontà di dedicare la sua vita alla pace e alla spiritualità. Nonostante i tentativi di dissuasione intrapresi dalla madre, durante un viaggio verso Civitella Marittima il cavallo di Galgano si arrestò rifiutandosi di proseguire e, lasciato libero, condusse il cavaliere verso il colle di Montesiepi. Qui Galgano spinto dall’esigenza di raccogliersi in preghiera, infisse la propria spada nel terreno, trasformandola in una croce e, con questo gesto di pace, rinuncia alle lusinghe della vita materiale in favore di quella spirituale ed eremitica.
Il suo ritiro era però destinato a durare un solo anno, dato che Galgano morì nel 1181. Durante questo breve periodo, tuttavia si formò attorno alla figura del cavaliere eremita, un gruppo di seguaci e numerosi furono coloro che si rivolsero a lui per un conforto, in alcuni casi beneficiati da miracoli puntualmente registrati negli atti del processo di canonizzazione che rimane il documento principale inerente la vita del Santo. A distanza di pochi anni dalla sua morte, circa nel 1196, il vescovo di Volterra commissionò la costruzione della cappella circolare destinata a custodire la spada del santo infissa al vertice della collina ed emergente dal pavimento della chiesa. Del corpo di Galgano rimane la testa, conservata adesso in un reliquiario moderno nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Chiusdino.
EREMO DI MONTESIEPI
La chiesa, a pianta circolare, commissionata dal Vescovo di Volterra a pochi anni dalla morte del Santo, presenta una muratura realizzata in bicromia e costituita da filari di pietra alternati ad altri in mattone. La medesima alternanza di materiali si ritrova all’interno, culminante nella cupola, costituita da una serie di anelli concentrici bianchi e rossi, con un effetto di grande suggestione.
A distanza di pochi anni dalla costruzione dell’Eremo, venne realizzato il portico che protegge il portale d’ingresso dell’edificio.
Durante la prima metà del Trecento, la chiesa venne ampliata tramite la costruzione di una cappella addossata alla parete esterna. Questa, commissionata dal converso cistercense Ristoro da Selvatella insieme alla ricca decorazione interna, venne affrescata da Ambrogio Lorenzetti, massimo esponente della pittura senese, con storie connesse alla vita di Galgano completate da una Maestà e da un’Annunciazione di straordinaria qualità. Al centro del pavimento originale dell’Eremo emerge la roccia costituente il vertice della collina, con infissa la spada del santo, testimone del gesto di pace dell’eremita, sempre attuale ai nostri giorni.